Oltre che per le rappresentazioni, cos\u00ec com\u2019era costume per gli antichi greci, il teatro veniva usato per le assemblee popolari.\r\nDopo essere stato adattato in epoca imperiale ai giochi circensi, il teatro cadde in abbandono. Nel XVI secolo, cos\u00ec come gli altri monumenti classici, fu depredato dalle maestranze spagnole di Carlo V che usarono la buona pietra gi\u00e0 tagliata per erigere le fortificazioni di Ortigia. Altri guasti vennero dai mulini che erano stati impiantati nella cavea.\r\nGli scavi, iniziati alla fine del Settecento e protrattisi per tutto il secolo successivo sono stati completati solo nella met\u00e0 del Novecento.\r\nPur nella diversit\u00e0, anche sostanziale, di opinioni degli studiosi sulla genesi del monumento, \u00e8 generalmente accettato che la forma attuale risalirebbe all\u2019opera di ristrutturazione degli anni 238 \u2013 215 a.C. sotto il regno di Ierone II.\r\nIl teatro si compone di tre parti: koilon (o c\u00e0vea), orchestra e scena.\r\nKoilon: ha forma semicircolare e con il diametro di oltre 138 metri; i 67 ordini di gradini sono divisi in nove settori (cunei) da otto scalette di servizio. Un lungo corridoio attraversa la cavea nel senso della larghezza: \u00e8 il di\u00e0zoma nella cui faccia superiore vi erano incisi i nomi delle divinit\u00e0 o dei regnanti a cui era dedicato il cuneo. Ancor oggi si leggono i nomi della regina Filistide, di Nereide (rispettivamente la moglie e la nuora di Ierone II). La parte superiore della cavea \u00e8 priva di blocchi l\u00ec originariamente collocati a causa dell'assenza del banco roccioso e successivamente asportati nel XVI secolo sotto il regno di Carlo V.\r\nOrchestra: \u00e8 lo spazio semicircolare ai piedi della c\u00e0vea dove danzavano i cori. Il piano dell'orchestra \u00e8 delimitato da solchi che circoscrivono uno spazio trapezoidale; nel loro complesso essi sono stati interpretati tanto come canali di scolo delle acque (eur\u00ecpi) tanto come le tracce dell'antico teatro che in origine aveva quell'aspetto.\r\nScena: \u00e8 la vasta spianata dove sorgeva l'edificio scenico, delimitata ai lati da due imponenti piloni. Essa si presenta pi\u00f9 volte scavata sia perch\u00e9 vi trovavano alloggiamento gli elementi verticali dell'edificio scenico greco sia perch\u00e9 nel corso dei secoli \u00e8 stata pi\u00f9 volte manomessa per essere adattata alle diverse esigenze di allestimento sceniche, non ultimi i ludi gladiatori.\r\nLa parte superiore del teatro era cinta da un ampio portico coperto. La parete rocciosa sovrastante, cos\u00ec come anche altre parti del Colle, \u00e8 interamente costellata di incavi quadrangolari (naiskoi) destinati ad accogliere i quadretti (pinakes) con immagini votive di divinit\u00e0 o di defunti eroizzati (in qualche modo paragonabili ai nostri Santi). In essa, al centro e in asse con il teatro si apre un'ampia grotta dalla quale scaturisce dell'acqua proveniente dall'acquedotto greco. In questa grotta - ninfeo \u00e8 possibile riconoscere il Mouseion, ossia la sede della corporazione degli artisti.\r\nDal lato occidentale della terrazza si accede alla strada superiore d'accesso al teatro (nella quale sono profondamente segnate le carraie); lungo le sue pareti sono stati scavati ipogei funerari bizantini\u00a0 e dai quali trae il nome di \"Via dei Sepolcri\".<\/p>
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Uno dei monumenti pi\u00f9 rappresentativi della ricchezza di Siracusa ancora nel III secolo a. C. \u00e8 il gigantesco altare, probabilmente dedicata a Zeus Eleuterio, fatto erigere da Ierone II per i sacrifici pubblici. Quella che ci rimane \u00e8 la parte basamentale, interamente scavata nella roccia (198 x 22,80), mentre l'elevato \u00e8 stato depredato, come anche gli altri monumenti dell'et\u00e0 classica, dagli Spagnoli nel XVI secolo che utilizzarono i blocchi gi\u00e0 squadrati per l'edificazione delle fortificazioni di Ortigia.\r\nAll'interno del monumento gli animali da sacrificare (fino a 450!) accedevano per mezzo di due rampe contrapposte, a nord e a sud della costruzione, mentre al suo centro vi era un ulteriore rialzo dove ardevano i fuochi per la combustione sacrificale. Nella rampa di nord, quella pi\u00f9 vicina alla ringhiera di viale Paradiso, sono ancora visibili i piedi di uno dei telamoni (quello di destra) che adornavano gli ingressi.\r\nL'ampia piazza antistante era cinta da un grande portico (14 colonne nei lati corti e 64 nei lati lunghi) al centro del quale vi era una grande vasca con un basamento destinato a sostenere, forse, una statua.
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Tipo di Luogo: Sito archeologico

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Ara di Ierone

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Fonte Aretusa

Teatro Greco

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